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Gli alberi nella Valle Olona - Ginko Biloba

"La foglia di quest'albero, dall'Oriente affidato al mio giardino, segreto senso fa assaporare così come al sapiente piace fare. È una sola cosa viva che in se stessa si è divisa? O son due, che scelto hanno, si conoscan come una? In risposta a tal domanda, trovai forse il giusto senso. Non avverti nei miei canti ch'io son uno e doppio insieme?".

Goethe

Questa poesia racconta tanto di questo meraviglioso albero. Il Ginko (Ginko biloba). Un albero straordinario che io ho sempre chiamato "ORO".

Nelle giornate autunnali il colore giallo domina il paesaggio. Non so se è solo una mia impressione, ma è giallo più del solito e se cercate un Ginko, vedrete che spicca fra tutti.

Darwin l'ha definito un fossile vivente e a ragione, visto che la sua origine risale a 250 milioni di anni fa.

Il Ginko quindi ha visto i dinosauri e ha assistito a una intera orbita del sole attorno alla nostra galassia.

Un albero magico, mistico conorigini orientali (Cina), ma ha ottenuto il massimo rispetto in Giappone e in Korea, dove viene posto all'ingresso dei templi, come protettore dagli spiriti malvagi.

È stato l'emblema della rinascita giapponese dopo essere sopravvissuto ai bombardamenti atomici di Hiroshima.

In autunno le sue foglie dorate, cadendo, formano un tappeto da fiaba e la cosa più incredibile è come la scienza non abbia ancora risposte su quale sia il meccanismo che le fa cadere in contemporanea.

Mi ha sempre affascinato la sua foglia, unica, particolare. I due lobi che la formano (da qui il termine biloba) assomigliano ai due emisferi cerebrali.

Lui si rende conto di essere un patriarca, tanto che la sua siluette è inconfondibile, ovvero libera. I suoi rami infatti, spesso, si sviluppano per diversi metri in perfetta linea orizzontale.

È un albero che dal mio punto di vista, deve essere piantato come elemento solitario, anche se esistono esempi di viali realizzati. È sessualmente identificato. Esistono piante maschili e piante femminili. Le piante femmina producono frutti bellissimi, raccolti in un involucro tenero, che tende a marcire prima di cadere a terra. Il suo forte odore di sterco, ha fatto si che soprattutto nei viali alberati si piantassero solo esemplari maschili.

Ci sarebbe ancora tantissimo da raccontare. Se vi va di approfondire, vi consiglio di leggere "L'albero dimenticato dal tempo" di Peter Crane.

Voglio chiudere con il ricordo di Marco, che ha dedicato gran parte della sua vita a coltivare, curare e cercare di educare questi meravigliosi esseri viventi

Luca Rogora

 

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